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A Torino il socialismo era presente ancor prima del 25.7.1943 mercé l’attività di Pier Luigi Passoni, dirigente del Soccorso Rosso. Tale organismo, a cui si rivolgevano militanti di varie correnti politiche antifasciste, aveva continui contatti con le Direzioni dei vari partiti in esilio e specialmente a Parigi (in Francia si trovavano Pietro Nenni, Renato Martorelli, Filippo Acciarini, Filippo Amedeo, Domenico Chiaramello, Alfonso Ogliaro, Mario Passoni e Walter Scotti). Esso diede vita all’organizzazione vera e propria del Partito socialista la quale, durante i 45 giorni del governo Badoglio, prese consistenza e si sviluppò in tutto il Piemonte mediante una serie di riunioni e di incontri politici e organizzativi.
Verso il 10 settembre Andrea Camia, già dirigente dei giovani socialisti vercellesi prima del fascismo e in quei giorni militare ad Asti, disponendo delle armi di una compagnia di fanteria promosse una riunione nella trattoria « Macallè » del compagno Flavio Tosetti. Durante l’incontro, al quale parteciparono Filippo Amedeo, Co[...]
[...]iante una serie di riunioni e di incontri politici e organizzativi.
Verso il 10 settembre Andrea Camia, già dirigente dei giovani socialisti vercellesi prima del fascismo e in quei giorni militare ad Asti, disponendo delle armi di una compagnia di fanteria promosse una riunione nella trattoria « Macallè » del compagno Flavio Tosetti. Durante l’incontro, al quale parteciparono Filippo Amedeo, Corrado Bonfantini, Alfonso Ogliaro, Pietro Raserò, Mario Passoni e altri, venne elaborato un piano di resistenza militare e furono assegnati alcuni precisi incarichi: le armi vennero affidate ai responsabili dei primi gruppi di resistenza, tra cui Leo Scamuzzi che sarebbe poi diventato un noto comandante di formazioni « Giustizia e Libertà ».
Come avveniva da parte di militanti antifascisti di altri partiti, anche i socialisti si diressero verso quelle zone che avevano accolto i primi militari sbandati, per dare inizio con i pochi mezzi a disposizione all’organizzazione delle bande armate: Mario Passoni, Guido Seborga e Luigi Barberis si misero subito a[...]
[...]ecisi incarichi: le armi vennero affidate ai responsabili dei primi gruppi di resistenza, tra cui Leo Scamuzzi che sarebbe poi diventato un noto comandante di formazioni « Giustizia e Libertà ».
Come avveniva da parte di militanti antifascisti di altri partiti, anche i socialisti si diressero verso quelle zone che avevano accolto i primi militari sbandati, per dare inizio con i pochi mezzi a disposizione all’organizzazione delle bande armate: Mario Passoni, Guido Seborga e Luigi Barberis si misero subito all’opera nelle valli di Lanzo, nel Canavese e in valle di Susa; Andrea Camia nella vai Sesia e poi nel Monferrato. Nel Vercellese si mossero Virginio Lui setti e Giovanni Savoia; nell’Astigiano, Flavio Tosetti, Pietro Raserò e Severo Allocco; nel Cuneense, Carlo Cencio, Silvio Frairia, Enrico Parola e Giovenale Sampò; nel Novarese, Ettore Tibaldi, Giulio Biglieri e Adolfo Omodeo; nella valle d’Aosta, Edoardo Page, Emilio Chantel e Giulio Bordono. Nei primi giorni dell’ottobre 1943, in una riunione del Comitato militare piemontese allora presie[...]